Primo Movimento


EMBRIONE

prima rappresentazione: Evento Ipercorpo 2006, Sala Rovere – Forlì, 11 e 12 novembre 2006

con: Valentina Bravetti, Daniele Romualdi, Simona Zauli
assistenza tecnica: Thomas Lombardi
corpo del suono: Elicheinfunzione
ideazione, luci e regia: Claudio Angelini
produzione: Città di Ebla
Miglior spettacolo Festival Loro del Reno anno 2006 :: Teatri di Vita – Premio Stefano Casagrande

"All’epoca in cui compariva in teatro Edipo (V sec. A.C.) esisteva ancora un rituale antichissimo di indubbia derivazione orientale: il Pharmakos. Ogni anno la comunità ateniese sceglieva uno dei suoi membri marginali, afflitto da deformazioni fisiche o psichiche, e lo metteva al bando, accompagnandolo in processione alle porte della città affinché con lui venisse espulso l’insieme delle contaminazioni presenti nel gruppo sociale". (J.P. Vernant, L’uomo greco)
"Il Pharmakos deve attirare su di sé tutta la violenza malefica per trasformarla, con la propria morte, in violenza benefica, pace e fecondità. In greco classico la parola che ne deriva, pharmakon, significa al contempo male e rimedio, veleno ed antidoto, in una fase arcaica in cui le cose sacre contenevano il puro e l'impuro come varietà del medesimo genere". (J.P. Vernant, L’uomo greco)

Il primo movimento (Embrione) contiene, in visione microscopica, gli elementi fondamentali dei movimenti successivi. Ciò significa che i movimenti successivi amplificheranno ed accresceranno visioni in potenza già contenute nell’embrione.
I corpi in scena costruiscono la partitura assieme al suono, la cui esecuzione avviene in diretta. Si può parlare di un vero e proprio dialogo fra corpo e suono, visto che la sonorità segue e precede, accoglie e respinge il movimento dei corpi che appaiono agiti dal suono stesso.
Due elementi fondamentali di tutta la costruzione sono la discesa verticale dei ferri chirurgici ed il drain, uno scolo a pavimento dove vengono evacuati i liquidi impuri del rito. Tale scolo apre all’idea di un mondo sotterraneo, invisibile, ma che fa avvertire la sua presenza proprio grazie alla fenditura al suolo e nello stesso tempo diviene gorgo tecnologico, qualcosa costruito  dall’uomo per eliminare l’impuro dalla vista, farlo sparire.

 

COORDINATE PER UNA CAMPAGNA DI SCAVO

Il nucleo della concezione di Pharmakos riguarda l’immaginare un incontro fra corpo sacrificale e corpo medico come punte estreme di una parabola sulla natura e l’evoluzione del senso del corpo. E’ possibile parlare di “varietà di un  medesimo genere”? Quale il confine fra “puro” e “impuro”?
Il corpo è sempre stato il fulcro della visione e dell’azione socio-teatrale, prima che la retorica scenica fosse inventata (lo era sottoforma di corpo sacrificale) ed ha continuato ad esserlo anche in questa società che mira ormai alla nuda vita come fatto politico; eutanasia, clonazione, fecondazione assistita sono al centro del  dibattito pubblico molto più di qualsivoglia analisi  socio-strutturale. Siamo testimoni di un’epoca che ha ormai cancellato il senso profondo degli antichi riti, sparpagliandoli nell’esistenza, mistificandoli, annullando il concetto di pharmakos come significante bivalente, “male” e “rimedio” al contempo, e più in generale eliminando il senso delle cose “sacre”, pure ed impure come varietà del medesimo genere. La ricerca che affrontiamo mira a ristabilire questa continua oscillazione di senso dei segni, mira alla doppia faccia di un’unica medaglia, mira ad una fluttuazione. Si tratta di procedere a ritroso visto che il corpo stesso, nella sua parcellizzazione non rappresenta più un sistema di segni religiosi e simbolici fluttuanti come la era per lo sciamanesimo o la magia antica.
Il primo movimento (Embrione) contiene in potenza gli elementi fondamentali del suo  sviluppo che si articola in una serie di tappe pensate non come capitoli ma come evoluzioni successive del suo nucleo di origine.

26 maggio 2007 | Nuove Espressioni Teatrali – Teatro Comunale, Castelmaggiore (CR)

11 e 12 maggio 2007 | Rassegna “Un altro teatro 2007” – Sala Rovere, Forlì

19 e 20 dicembre 2006 | Festival Loro Del Reno 2006 – Teatri di Vita, Bologna

24 e 25 novembre 2006 | Ipercorpo 2006 – Kollatino Underground, Roma

11 e 12 novembre 2006 | Ipercorpo 2006 – Sala Rovere, Forlì


Il gazzettino di Parma – Valeria Ottolenghi | aprile 2007 – Corpi in scena in movimento, passi di teatro danza con echi di rituale antico. Sacrificio e sapere, ricerca di cura tra scienza e ambigua evocazione di misteriose energie. Di grande potenza emotiva, pur nell’azione frenata, ritmica – bellissime le musiche, scansioni che paiono quasi guidare i movimenti, una scia di suggestioni che creano attesa, indefinita ansia – Pharmakos embrione (movimento 1) di Città di Ebla, regia di Claudio Angelini. Una fisicità esposta, potenza e fragilità: in Pharmakos – il pubblico seduto sul palcoscenico intorno a tre lati di un candido rettangolo per l’azione, evocazione di una sala operatoria ma anche di una sacralità perduta – si coglie la preziosità formale, estetica, che è però anche ricerca di un’essenza d’inquietudine, la vita in bilico, incerte paure, bisogno di capire, d’intervenire, nella consapevolezza che poco è dato di sapere con certezza.Un coinvolgimento di silenzio e d’attesa: una sorta di commozione nel seguire la pulizia del corpo, con candide stoffe, di colei che all’inizio aveva ballato a lungo, al centro una luce di tante candele, intorno poi sospesi tanti lucidi strumenti chirurgici.

La Repubblica – Brunella Torresin | dicembre 2006 – Spettacolo che traduce nel linguaggio contemporaneo un rito arcaico, sottolineato dalle sonorità elettroniche diElicheinfunzione …. Nella contemporaneità entra allora il corpo esposto come un rito sacro in una dimensione di sospensione temporale. La compagnia porta avanti una ricerca estrema sul corpo e sulle alterazioni con molto rigore e forza.